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Twinsen.
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Non ero normale, non ero come tutti gli altri. Quelle ali, quelle grosse escrescenze piumate che uscivano dalla mia schiena, erano quelle che mi rendevano diverso, come un alieno agli occhi di questa gente.
Avevo solo perso la strada di casa e stavo cercando di tornare da mio padre, ma quando misi piede su questo strano suolo, tutti si inchinarono a me come se fossi un loro idolo. E così era: questa popolazione deificava mio padre e idolatrava i suoi figli, tutti i suoi figli.
Non mi avrebbero certo aiutati, infatti quando chiesi dove fosse mio padre e come arrivare a lui mi diedero risposte vagheggianti indicandomi il cielo, o dicendomi "E' ovunque."
Mio padre non era certo ovunque, e neanche in cielo. Ma proprio io dovevo perdere la strada di casa, non Gabriele, nessun altro, proprio io.
"Tyrael ha un pessimo senso dell'orientamento, non mandarlo in missione da solo"
Invece lo fecero. Ed eccomi qui, in mezzo ad una folla ignorante che mi acclamava, chiedendo chissà cosa, dovevo cercare il mio obiettivo, ma sinceramente, avevo perso anche quello.
"Come diamine può fare un arcangelo a perdersi? Non riesco a capacitarmene, cavolo."
In effetti non era normale perdersi per uno come me, avevamo la sapienza innata. Ma io non ero così, ero come una pecora nera e infatti ero quello che veniva sempre mandato in battaglia.
Per secoli e secoli vagai per il mondo brandendo una lama che di angelico non aveva nulla. Mi lanciai nelle più ardue delle battaglie, distruggendo e devastando il male che usciva dalle profondità della terra.
Ero un guerriero. Ero nato per tingere il ferro col sangue dei demoni e degli abomini. Ma ora era diverso. Un arcidemone aveva mostrato la propria bestiale faccia su queste terre. Dovevo combattere. Ma dove, e come sconfiggerlo?
Alzai la testa e guardai lontano. Una stella cadente. Colpì il suolo, creando un'esplosione di fiamme. Ecco dove dovevo andare.
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Archangel Pt.1 |
